Sono passati sei anni dal terribile terremoto di Amatrice, paesino in provincia di Rieti, che nella notte del 24 agosto, fu raso al suolo da scosse che arrivarono al 6° grado della scala Richter. Ci furono 299 vittime, di cui 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata ed 11 ad Accumuli. Il centro storico del piccolo Comune, fu completamente raso al suolo, e danni ingenti ci furono invece nelle periferie con case più nuove. Ancora oggi, a distanza di 6 anni, le ferite sono ancora aperte, il centro storico divenuto “Zona Rossa” è ancora ridotto ad un cumulo di macerie. E molti edifici sono tenuti in piedi da speciali imbracature e puntellamenti. Molti dei suoi 2.300 abitanti vivono nelle case prefabbricate costruite in degli spazi creati appositamente, ma sognano di ricostruire le loro case e tornarci a vivere. In questi giorni si parla di rilanci e ripartenza, dopo 6 anni, e ancora ci vorrà del tempo per rivedere una parvenza di normalità. Nei suoi abitanti, provati dalla brutta esperienza vissuta, ho trovato una grande voglia di vivere e di ricominciare, a partire da un bellissimo ristorante in cui abbiamo assaggiato l’Amatriciana, piatto nato proprio in questo piccolo paesino. Tutti attendono la rinascita, la ricostruzione, io spero di vedere questi cambiamenti e di tornare a fare un nuovo reportage, nel silenzio, nell’assenza di vita per le strade, nell’abbandono subito da questa popolazione spesso dimenticata dalle Istituzioni, per questo ho voluto fare questo omaggio, per non dimenticare e per non attendere secoli prima di ricostruire un paese e una laboriosa comunità.